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«La popsophia - parafrasando impunemente il Socrate del Teeteto di Platone - assomiglia all'arte delle levatrici, pur operando sulle pop-star, sulle fiction, sui programmi tv, sui fumetti, sui best-seller, sul reality show e non sulle partorienti. Un tentativo di discernere, in mezzo alle infinite sollecitazioni del presente, nuove domande, nuovi strumenti, nuovi linguaggi, nuove idee. La popsophia che ispira queste pagine, insomma, è un'avventura sentimentale e perversa, esposta e vulnerabile, aperta alla contraddizione, all'errore e al fraintendimento. Perché alla fine, parafrasando Roland Barthes, "le cose intellettuali dovrebbero assomigliare alle cose amorose".»